Illustrazione italiana
Raffaello Barbiera
Poeti nazionali: D’Annunzio, Pascoli, Bertacchi, Ada Negri
21 gennaio 1912, - Anno XXXIX- Num.3, pp 62-63
È una disamina delle poesie dedicate, in quei mesi, alle "gesta d’Oltremare" da autori italiani. "Dinanzi alla "gesta d’Oltremare", al valore dei nostri in Tripoli e in Cirenaica, le Muse non rimasero mute. I poeti maggiori e minori gareggiarono nel canto in onore della bandiera italiana e dei nostri valorosi." Dopo aver parlato, in primis, delle canzoni dannunziane, Barbiera passa a parlare di Pascoli che nell’ Hymnus in Taurinos " per cantare i nuovi allori d’Italia, adopera le due lingue d’Italia, delle quali è maestro: quella di Virgilio e quella dell’Alighieri. Così egli unisce al passato italico il presente, l’accento di Giulio Cesare e l’accento dei nostri valorosi." Si citano di seguito, nell’articolo, le ultime terzine dell’Inno, "sull’Italia risorta" e sui "giovinetti eroi". Tra i minori si cita Giovanni Bertacchi che "levò il suo canto per le geste d’Africa nel Secolo" e che ha raccolto per Baldini e Castaldi i suoi versi col titolo A fior di silenzio. In realtà la citazione dei versi, che esaltano secondo il recensore "la fratellanza fra i combattenti laggiù e la fratellanza degli italiani che, in patria, li seguono con animo devoto ed entusiasta" è un po’ tirata per i capelli, perché il Bertacchi in realtà parla delle lotte risorgimentali e di giovani italiani morti, il siciliano sulle Alpi, l’alpino a Roma. La rassegna si conclude con la citazione integrale della Madre di Ada Negri dedicata alle "non poche madri che han perduto i figli nella troppo lunga guerra italo-turca" . Significativa degli umori del pubblico l’aggettivazione "troppo lunga" riferita alla guerra, iniziata, in realtà da soli tre mesi, ma già "troppo lunga" rispetto alla guerra lampo prospettata dal governo.